Dal 15 al 28 giugno saremo ufficialmente in modalità relax, ma niente panico:
gli ordini continueranno a partire regolarmente, solo con una piccola differenza: le spedizioni saranno effettuate due volte a settimana.

Questo significa che potresti aspettare un paio di giorni in più, ma il tuo pacco arriverà, promesso.
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Grazie per il supporto e la pazienza 🖤
Ci rivediamo carichi e rigenerati a fine mese!


Per molti anni le Mohawk sono state un prodotto di punta nel catalogo Breakill’s alien lab. Le Mohawk alien non sono mai semplici da bilanciare, sempre molto specifiche nella resa, difficoltà che le hanno fatte sparire a lungo dai cataloghi. Ma proprio queste stesse caratteristiche le rendono perfette in versione limitata, un piccolo tesoro per chi sa apprezzare la differenza: tre Limited Edition SUPERSYMMETRY, basate sul celebre modello Mohawk.

Nonostante il core riprenda spesso gli spessori delle Triple‑Core Symmetry, è la loro inedita geometria a struttura triangolare e wrap totalmente ribilanciato per essere serrato e denso o addrittura “stitched”, a conferire un’aromaticità inconfondibile e a spingere atomizzatori di dimensioni contenute ben oltre il consueto, rispetto a una classica Alien.

Come sempre, quando una coil richiede cura nella costruzione, esige cura e precisione anche nel montaggio e pulizia: Il wrap stitched va mantenuto pulito e pre‑attivato con delicatezza, e l’intervallo di dry‑burn va gestito con step più ravvicinati di quanto la coil possa far intendere. Chi ama sperimentare sa che in questo rigore risiede il vero piacere del vaping.

Preparatevi ad uscire dagli schemi, in un esperienza di Vaping tridimensionale e sfaccettata!


“l’atomizzatore X va in seccca/gorgoglia/mi ha allagato la borsa!” “help!”….probabilmente il primo messaggio che tutti noi abbiamo mandato la prima volta che abbiamo provato a rigenerare…e come sempre accade, chiedendo opinioni a 3 persone diverse si ottengono 6 opinioni e tutte in contrasto tra loro: “questo atom va cotonato cosi” “non è vero! va cotonato cosi!” “non capite niente, sbagliano tutti, san cristoforo mi è venuto in sogno e mi ha illuminato, va cotonato cosi!”.

Bene, proviamo a dare una soluzione globale cercando di aumentare la comprensione del sistema invece che soluzioni specifiche e opinabili: Se hai mai avuto problemi con il tuo RTA che sembra non alimentare correttamente la resistenza, probabilmente è a causa di un fattore fondamentale che molti trascurano: la compensazione dell’aria nel tank.

Cotonare un RDA è semplice, ma un RTA è un’altra storia

Negli RDA, la cotonatura è piuttosto semplice: si inserisce il cotone nella coil, lo si taglia alla giusta lunghezza e lo si sistema nella vaschetta. Non ci sono limitazioni strutturali che influenzano il pescaggio del liquido, poiché basta che il cotone sia a contatto con il fondo imbevuto.

Nel caso degli RTA, invece, la dinamica cambia completamente. Ogni tank ha una propria struttura, con canali di pescaggio più o meno larghi e camere di vaporizzazione con diverse caratteristiche. Un errore nella cotonatura può portare a due problemi principali:

  1. Flooding (eccesso di liquido sulla coil e gorgoglii)
  2. Dry hit (cotone che non si alimenta correttamente, portando a bruciature e sapore sgradevole)

Il principio della capillarità: più cotone, più efficienza?

abbiamo ampiamente discusso e confermato come un wicking compatto equivale a capillarità più rapida: un cotone ben fitto riesce ad assorbire e trasferire il liquido alla coil con maggiore efficienza. Tuttavia, questo fattore da solo non basta.

Un eccesso di cotone nei canali di pescaggio potrebbe effettivamente ostacolare la risalita dell’aria nel tank. Se il liquido scende ma l’aria non riesce a risalire, si crea un vuoto parziale che riduce la pressione e impedisce un flusso regolare del liquido verso la coil. Questo effetto può diventare evidente soprattutto negli RTA con pescaggio dal basso, dove la capacità di compensazione dell’aria è limitata.

La soluzione: cotonare con intelligenza

Per garantire un perfetto alimentazione, devi trovare il giusto equilibrio:

  • Assicurati che il cotone sia ben inserito nei canali di pescaggio ma senza tappare completamente il passaggio.
  • Lascia sempre dello spazio per permettere la risalita dell’aria nel tank.
  • Se il tuo RTA ha canali molto larghi, potresti provare a “sfoltire” leggermente il cotone con una pinzetta, per evitare un’ostruzione totale.
  • Prova a cotonare con lunghezze diverse e osserva il comportamento del liquido: un buon wicking è quello che permette un’alimentazione costante senza allagamenti o secchezze.

Conclusione

Se il tuo RTA non sta pescando bene, potrebbe non essere solo una questione di capillarità, ma di bilanciamento tra liquido e aria. Assicurati di cotonare in modo da consentire un flusso d’aria adeguato, e potresti risolvere molti problemi di alimentazione che non pensavi nemmeno di avere. La prossima volta che rigeneri il tuo RTA, prova a mettere in pratica questo consiglio e vedrai la differenza!


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Nel mondo del vaping, la scelta del materiale per le coil è cruciale per determinare prestazioni, durata e sicurezza. Tra i materiali più utilizzati spiccano il Kanthal e il Nichrome, ciascuno con una storia distintiva e proprietà specifiche.

Storia e Composizione

Il Nichrome è una lega composta principalmente da nichel e cromo, sviluppata all’inizio del XX secolo. Grazie alla sua elevata resistività e resistenza all’ossidazione, è stata rapidamente adottata come materiale per elementi riscaldanti in forni industriali e elettrodomestici.

Negli anni ’30, l’ingegnere Hans von Kantzow introdusse il Kanthal, una lega a base di ferro, cromo e alluminio. Questa nuova composizione offriva una durata maggiore e una temperatura massima di esercizio più elevata rispetto al Nichrome.

Differenze tra Kanthal e Nichrome

  • Resistività e Reattività: Il Nichrome presenta una resistività inferiore rispetto al Kanthal, rendendolo più reattivo e permettendo bilanciamenti con superifici maggiori e quindi generalmente un flavor più pieno e completo.
  • Temperatura Massima di Esercizio: Il Kanthal può operare a temperature più elevate, fino a 1425°C, rispetto ai 1250°C del Nichrome. Questa caratteristica lo rende ideale per applicazioni che richiedono temperature estreme.
  • Durata e Stabilità: Il Kanthal negli impieghi industriali classici offre una durata fino a quattro volte superiore rispetto al Nichrome, grazie alla formazione di uno strato protettivo di ossido di alluminio che previene l’ossidazione e la corrosione.

Resistenza alla Temperatura e alla Corrosione

Il Kanthal, grazie alla presenza di alluminio, forma uno strato di ossido di alluminio che offre una protezione efficace contro l’ossidazione a temperature elevate. Tuttavia, in ambienti umidi o in presenza di sostanze chimiche aggressive, questo strato può essere meno resistente.

Il Nichrome, invece, forma uno strato di ossido di cromo che, sebbene meno resistente alle alte temperature rispetto all’ossido di alluminio, offre una buona protezione in ambienti chimicamente aggressivi. Questo lo rende più adatto in situazioni dove la resistenza alla corrosione è fondamentale.

Passivazione e Preriscaldamento

È diffusa la convinzione che il preriscaldamento delle coil in Nichrome sia dannoso. In realtà, il preriscaldamento controllato favorisce la formazione dello strato di ossido di cromo, processo noto come passivazione, che migliora la resistenza del materiale alla corrosione causata dai liquidi per sigaretta elettronica.

Per il Kanthal la passivazione forma uno strato di ossido di alluminio. Tuttavia, questo strato può essere meno resistente in ambienti chimicamente aggressivi, rendendo il Kanthal più suscettibile alla corrosione in tali condizioni.

Conclusione

La scelta tra Kanthal e Nichrome dipende dalle esigenze specifiche del vaper. Il Kanthal offre una maggiore durata e resistenza alle alte temperature, mentre il Nichrome garantisce una reattività superiore e una migliore resistenza alla corrosione in ambienti chimicamente aggressivi.

La costante immersione dei materiali nel liquido non è un elemento trascurabile e spesso sottostimato dai vaper, sebbene la resistenza del kanthal sia superiore in condizioni d’uso meno estreme, la resistenza alla corrosione del nichrome correttamente passivato comporta una maggiore stabilità della lega anche in condizioni di costante contatto con il liquido.

fonti:

https://www.kanthal.com/it/knowledge-hub/heating-material-knowledge/leghe-per-riscaldamento-a-resistenza/kanthal-or-nikrothal-for-industrial-furnaces/?utm_source=chatgpt.com

https://www.kanthal.com/it/prodotti/schede-tecniche-dei-materiali/filo/filo-per-resistenze-di-riscaldo-e-filo-resistivo/nikrothal-80

https://www.kanthal.com/it/knowledge-hub/inspiring-stories/unalternativa-migliore-al-nichel

https://www.kanthal.com/it/chi-siamo/storia



Per comprendere a pieno le differenze tra le coil è importante comprendere l’importanza di alcuni parametri ed alcuni termini:

Ø ID: si riferisce al diametro interno della coil in mm. Diametri più grandi tipicamente richiedono più energia per performare al meglio, ma hanno anche una maggior autonomia tra un dryburn e l’altro.

Ω Ohm S.C./D.C.: il valore ohm della resistenza, single coil e dual coil. Tipicamente i valori ohm delle resistenze complesse sono più bassi rispetto alle coil semplici e richiedono qualche watt in più, questo parametro non va frainteso: la maggiore potenza risulta in una maggiore vaporosità e non necessariamente in un maggior surriscaldamento del sistema!

W Watt range: il range di potenza ideale per la coil. È importante restare il più possibile nei range indicati: potreste dover applicare qualche watt in più rispetto al normale, ma questa energia viene applicata su una superficie maggiore rispetto ad un filo singolo, pertanto non risulta in maggior calore ma in maggior vapore!

Dryburn: intervallo tra una pulizia della coil e l’altra. Può variare molto in base al tipo di liquido, è importante pulire la coil con maggior frequenza possibile per garantirne la massima durata.

Durata: la durata indicativa totale della coil. Legata all’intervallo dryburn, e variabile a seconda del tipo di liquido usato.

Reattività o Ramp-up: la velocità di accensione della coil o la capacità di esprimersi anche a potenze ridotte. è di solito maggiore in coil con diametri interni inferiori o con valori ohm più bassi.

Vaporosità: la produzione di vapore ed intensità aromatica.

Rotondità: indica una resa che privilegia la fusione e morbidezza delle note aromatiche, offrendo un’esperienza gustativa più unificata e cremosa.

Nitidezza: indica una resa che enfatizza la separazione e la precisione delle note aromatiche, offrendo un’esperienza gustativa più distinta ed una resa più secca.


Gli Hotspot sono un fenomeno che si presenta tipicamente in fase di montaggio della coil e si manifesta come un accensione irregolare, localizzata in piccoli punti invece che attraverso una uniforme accensione della coil; tipicamente su una coil appena montata si vedono dei punti che si accendono prima del resto della coil. Anche il valore ohm ne viene influenzato: percorrendo un percorso più breve sulla resistenza la lettura della coil risulta molto più bassa di quanto atteso;

Un valore ohm eccessivamente basso rispetto ai valori attesi è sempre sintomo di un Hotspot!

Questo è un fenomeno quasi inevitabile, legato al wrap della coil, cioè l’avvolgimento esterno, e consiste nella creazione di “percorsi alternativi” per la corrente attraverso il wrap esterno invece che attraverso il core interno. Spesso viene confuso con una maggiore o minore qualità della coil e molte leggende sono nate dietro questo fenomeno, attribuito ad esempio a stress del filo (ma che significa?) o a coil costruite male.

La verità è che è un fenomeno legato molto di più alla complessità di una coil ed al diametro dei fili utilizzati: Banalmente, un wrap più fine o più complesso compirà più avvolgimenti attorno al core, di conseguenza ci saranno più punti di contatto che daranno origine a percorsi indesiderati, così come un wrap più complesso come il wrap interlock o stitched raddoppiano la probabilità del formarsi di hotspot.

Naturalmente anche il numero di spire incide: una bigass utilizza il doppio del materiale rispetto ad una coil “normale” e di conseguenza avrà il doppio delle possibilità di formare hotspot.

Infine, la “morbidezza” di una coil: più una coil è complessa più i diametri saranno sottili e la coil meno rigida; una coil più morbida ha più possibilità di scomporsi in fase di montaggio.

In altre parole: più una coil è pregiata, più richiederà esperienza da parte del Vaper nella rimozione degli hotspot! Vediamo le soluzioni migliori:

  1. Quando si effettuano le prime attivazioni o un dryburn, è saggio ridurre drasticamente il wattaggio: se si applicasse troppa potenza su un hotspot questo potrebbe saldarsi definitivamente rendendo impossibile la sua rimozione futura.
  2. Per rimuovere gli hotspot spesso si tende a grattare la superficie; per quanto efficace questo metodo è rischioso, sopratutto su coil costose e con wrap articolati quali staggerton, interlock, stitched ecc… La soluzione più sicura è quindi andare a separare leggermente le spire dove si formano.
  3. Prevenire è meglio che curare! Nel montare una coil sull’atomizzatore è saggio separare leggermente le gambe della coil dagli avvolgimenti con una lieve spinta con una punta di cacciavite: questo rimuoverà il primo punto di contatto indesiderato e renderà la rimozione degli hotspot più semplice.
  4. Quando si mette il cotone si potrebbe scomporre leggermente la coil, generando nuovi hotspot: una lettura del valore ohm li rivelerà prontamente. Fortunatamente se si è fatta una buona rimozione saranno di facile soluzione, e basterà dare qualche spinta alle spire verso l’esterno per ripristinare il percorso corretto.
  5. Quando si rimuove il cotone per fare il dryburn è possibile che la coil si scomponga e che sia necessario rimuovere qualche nuovo hotspot, ridurre i watt è quindi indispensabile per evitare danneggiamenti.
  6. un video vale più di mille righe, ecco quindi un rapido tutorial per rimuovere efficacemente gli hotspot:
https://youtube.com/watch?v=ROnAaci1EJY%3Fsi%3DiRxNoj1xy1NKPR01

La linea di Fused clapton in bobina da 2 mt ha segnato l’inizio della collaborazione tra l’esperienza nel coil building di Breakill’s alien lab e la cura nei dettagli e nella filiera produttiva di Suprema ratio.

Pur non essendo le prime fused clapton in bobina del mercato, la qualità dei materiali e la precisione dei bilanciamenti hanno dimostrato quanto questi dettagli incidano sulla durata e sulla resa delle coil costruite. Spesso i limiti dei macchinari con cui vengono costruite le fused clapton industriali forzano i produttori a setup sbilanciati, pesanti e poco versatili; la linea Spool vanta bilanciamenti perfetti, a partire dalla stessa materia prima dei fili singoli Suprema Ratio in commercio, vengono quindi imbobinate a mano per ridurre al minimo lo stress meccanico, ed infine viene effettuato un doppio lavaggio ad ultrasuoni, garantendo massima pulizia, durata e performance anche su un alternativa economica e versatile alle coil già pronte.

MA CHE DIFFERENZA C’E’ TRA LE SPOOLS FUSED E LE ALIEN A CATALOGO?

La Fused clapton è il modello base di coil complessa, la resa aromatica e durata della singola coil sono ridotte rispetto alle alien fused clapton. Tuttavia il formato spools le rende estremamente economiche, consentendo un ricambio più continuo della coil: una fused sempre nuova, rende meglio di una alien con 60 ml sulle spalle! Questa caratteristica le rende ideali per chi ama sperimentare o quando i liquidi sono molto carichi di residuo fisso ed incrostano velocemente le coil.

Assieme alle spools vi verrà fornita una serie di setup suggeriti, da cui prevedere la resistività in relazione a diametro e numero di spire. La resistività lineare indicata sul rocchetto può fornire alternativamente un valore OHM indicativo sulla base della lunghezza totale del filo utilizzato.